Maria, modello di collaborazione alla storia di salvezza

La seconda domenica di Avvento quest’anno è impreziosita dalla solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Un indulto speciale per la Chiesa italiana ci permette di celebrare questa festa l’8 dicembre, senza che la domenica prevalga. Perché? Perché in questa domenica contempliamo Maria, nel mistero che avvolge la sua vita sin dall’inizio, un mistero che rappresenta l’irruzione di Dio nella sua esistenza.

Maria è preservata dal peccato originale, una ferita che tutti portiamo dentro di noi dalla nascita e che ci rende bisognosi della grazia di Dio. Fin dal primo istante della sua vita nel grembo materno, Maria è preservata da questa ferita, in previsione dei meriti di Gesù, che avrebbe portato la rigenerazione dell’umanità.

Contemplando Maria, la cui vita è stata guardata da Dio con particolare attenzione sin dal principio, scopriamo il grande mistero di Dio: un Dio che ha in mente una storia da costruire con noi, di cui vuole renderci protagonisti. Egli è presente in mezzo a noi, ma desidera che collaboriamo con Lui nella realizzazione di questa storia di salvezza.

Maria è il primo fulgido esempio di come si collabora con il Signore. Da quella scintilla iniziale, Maria giunse al momento in cui, di fronte all’angelo Gabriele che le annunciava la grande storia e la chiamava a fare la sua parte, prontamente si sentì chiamata, si fidò e pronunciò il suo “sì”.

Nel nostro cammino di fede, rinnovato in questo inizio di anno liturgico, nell’esperienza del tempo di attesa, contemplando Maria comprendiamo la verità delle parole di San Paolo: anche noi siamo chiamati a essere santi e immacolati. Qualcuno potrebbe obiettare, pensando a una purezza astratta e irraggiungibile, che nessuno può dirsi immacolato e santo. San Paolo, invece, ci dice che dobbiamo essere santi e immacolati guardando proprio a Maria, che ha vissuto la sua vita terrena.

Il Vangelo ce la presenta con tratti umani e realistici: una giovane donna, che ha vissuto l’esperienza della maternità, ha cresciuto suo figlio Gesù per trent’anni, affrontando tensioni e sfide, e ha vissuto il dramma, ma anche l’entusiasmo, della missione di suo Figlio, rimanendo al suo fianco fino alla croce.

Essere santa e immacolata non l’ha preservata dalle difficoltà e dalle sofferenze del mondo. Il Signore, dall’alto della croce, le ha detto: “Tu devi continuare a stare qui, vicino ai miei discepoli, perché vivano santi e immacolati”. Santità e purezza significano avere uno sguardo capace di riconoscere la presenza del Signore nella vita di tutti i giorni, e sentirsi chiamati a seguirlo, realizzando con Lui la storia di salvezza.

Contempliamo in questa domenica Maria, per essere noi stessi coinvolti ancora di più, con la nostra generosità e la grazia di Dio, in questo mirabile progetto di vita nuova per il mondo intero.

Le catechesi dell’Arcivescovo Claudio Maniago