L’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, e il delegato per il Clero e il Diaconato permanente, Mons. Francesco Isabello, hanno incontrato nei giorni scorsi il gruppo dei Diaconi presenti nella Diocesi.
Un incontro di ascolto, comunione e fraternità relazionale che ha avuto, nelle parole di esortazione di Mons. Maniago, numerosi spunti di riflessione e di arricchimento spirituale.
Preghiera, vita spirituale ed Eucarestia sono stati i principali spunti che l’Arcivescovo ha sottolineato nel suo intervento destinato ai Diaconi.
La preghiera per mantenere viva la coscienza del ministero
“Un primo punto che vi raccomando è la preghiera – ha detto prima di tutto Mons. Maniago – importante per mantenere viva la coscienza del ministero. Voi siete Diaconi perché il Signore vi ha chiamato a partecipare alla passione pastorale per il suo popolo. Ma se voi vi sganciate dall’impegno della preghiera, il vostro servizio perde le radici e si secca. Vale per tutti e vale per ognuno di noi. Nell’Ordine Sacro questo sacramento vive e noi non possiamo permetterci di stare lontani dal Signore; se ci sganciamo il rischio è quello di diventare noi protagonisti. Allora, la vostra preghiera non può essere la preghiera come quella di qualunque altro cristiano, perché voi partecipate a una comunione particolare col Signore. Una preghiera che sia un tenere tutti voi vicini al Signore, anche per essere in sintonia con la sua ansia pastorale: si direbbe l’ansia del Signore per tutti. E, quindi, l’attenzione a questo, si traduce in prima battuta con la vostra testimonianza e il vostro comportamento. Voi dovete essere uomini che aiutano la comunità cristiana secondo la volontà di Dio!”.
Essere uomini di comunione
Una seconda raccomandazione, rinnovata e affidata da Mons. Maniago ai Diaconi è quella dell’importanza della testimonianza e della comunione: “Dobbiamo essere uomini di comunione e questo è un impegno fondamentale. Lo dico ai Preti, lo dico anche a voi. Noi, celebrando l’Eucarestia, siamo quelli più vicini fisicamente a quell’altare dove ci viene offerto il sacramento dell’unità che è Gesù Cristo. Lui è il Corpo della Chiesa e noi ci nutriamo non a caso di quel corpo, perché come Lui e il Padre e lo Spirito sono una sola cosa, dobbiamo essere una sola cosa anche noi. Noi come serviamo all’altare dobbiamo assumere quelle l’atteggiamento dei ministri consapevoli di quello che accade nella celebrazione, per cui non possiamo che portarci questo impegno ad essere a essere strumenti e ministri della comunione”.
“E voi sapete – ha aggiunto l’Arcivescovo – quanto questa caratteristica del popolo di Dio sia costantemente messa alla prova e soffra di lacerazioni continue nel nostro tessuto ecclesiale, dalle nostre comunità parrocchiali a quelle diocesane a quelle nazionali e internazionali. Però noi siamo certi che la comunione il Signore la chiede, anzi è una delle cose per cui prega Signore, la nostra unità. E noi siamo ministri di questa comunione, di questa unità in Lui”.
Riprendere i momenti di comunione mettendosi in ascolto della Parola
Da parte di Mons. Maniago la condivisione della necessità di riprendere in modo strutturato e sistematico i momenti di comunione, preghiera e formazione, mettendosi in ascolto della parola di Dio “individuando tempi e modi per ritrovarvi insieme, meditando il testo biblico e verificando alla luce di quanto viene proposto il cammino di fede che si sta perseguendo attraverso ritiri mensili o periodici, esercizi spirituali annuali e incontri di formazione con il delegato vescovile.