Nel cuore di una delle più frequentate mete della fede calabrese, la Basilica “Madonna di Porto” in Gimigliano (CZ), si è svolto il tradizionale pellegrinaggio del 25 aprile, un appuntamento atteso che quest’anno ha avuto un sapore ancor più intenso grazie all’omelia vibrante e profonda dell’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, che ha guidato i fedeli in una riflessione intensa sul senso della fede e sul ruolo di Maria nella vita cristiana.
L’Arcivescovo ha aperto la sua meditazione con parole semplici e potenti: “Ogni volta che veniamo a questo santuario, non incontriamo un edificio vuoto. Sappiamo che c’è una presenza: Maria. Maria che ci accoglie, ci ascolta, prega per noi e con noi”. Non un luogo sacro da ammirare, ma una madre viva da incontrare: questo il senso profondo del pellegrinaggio che trasforma la fatica del cammino in incontro con la grazia.
Nell’omelia, il Vescovo ha voluto esprimere tre desideri da affidare a Maria, carichi di speranza e responsabilità.
Riscoprire la gioia della Pasqua
Il primo riguarda la riscoperta del significato della Pasqua: “Cristo è risorto, e noi siamo chiamati a vivere questa gioia non solo per un giorno, ma per un’intera settimana che risveglia le radici della nostra fede”. Ha esortato i fedeli a vivere non solo come “battezzati” sulla carta, ma come cristiani coerenti: “Dio non è un potente a cui chiedere favori nei momenti difficili. È Padre e un Padre si ama, si ascolta, si cammina con Lui”.
Gratitudine per Papa Francesco
Il secondo desiderio di Mons. Maniago è stato un commosso ringraziamento per Papa Francesco, affidato alla protezione materna di Maria: “Un testimone della vicinanza di Dio a tutti, soprattutto agli ultimi. Lo affidiamo all’abbraccio del Buon Pastore che lui ha servito con amore fino all’ultimo giorno”.
Preghiera per il futuro della Chiesa
Il terzo pensiero è stato rivolto al futuro della Chiesa, alla luce del Conclave imminente: “Non è solo una questione dei sacri palazzi: riguarda tutti noi. Chiediamo allo Spirito Santo, con Maria, di illuminare i cardinali nella scelta del nuovo pastore della Chiesa, di cui abbiamo bisogno per continuare il nostro pellegrinaggio di speranza”.
Un invito a una fede più matura e coraggiosa
La coerenza della vita cristiana è stata il cuore pulsante dell’omelia: “Non basta dirsi cristiani, dobbiamo essere cristiani. Vivere da cristiani. Fidarsi della Parola, scegliere ogni giorno di stare dalla parte del Vangelo”. Parole che hanno toccato profondamente l’assemblea, riportando al centro della fede l’essenzialità del quotidiano vissuto con fiducia e impegno.
L’omelia di Mons. Maniago, dunque, ha rappresentato un vero richiamo alla responsabilità e alla testimonianza, in un tempo in cui, più che mai, la Chiesa è chiamata a camminare con coraggio accanto all’umanità. Il pellegrinaggio si è così trasformato non solo in un gesto di devozione, ma in un momento di profondo rinnovamento spirituale, in cui ogni fedele è stato invitato a ripartire, con Maria, verso una fede più matura, più viva, più vera.