Chiesa diocesana in festa per la ricorrenza del cinquantesimo anniversario di Ordinazione Presbiterale di don Bernardo Marascio e don Vincenzo Zoccoli, avvenuta per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo Armando Fares il 12 agosto 1974.
I due sacerdoti hanno voluto rendere grazie al Signore per il dono del sacerdozio nelle rispettive comunità parrocchiali di “San Giovanni Battista” in Montepaone e del “SS. Salvatore” di Catanzaro, stretti dall’affetto dei fedeli e dei confratelli sacerdoti che hanno partecipato alle solenni concelebrazioni Eucaristiche.
Il pensiero augurale di S.E. Mons. Claudio Maniago
L’Arcivescovo S.E. Monsignor Claudio Maniago ha condiviso con i due presbiteri un significativo pensiero augurale ricordando innanzi tutto che “Dio sceglie e chiama chi vuole, per amore, senza tener conto dei meriti della persona, delle sue qualità o aspettative. A noi spetta solo il compito di far nostre le parole di Maria: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore (Lc 1,46s). A Lui, al Signore, va primariamente la gratitudine dei doni ricevuti e comunicati attraverso il ministero in questi lunghi anni di servizio nell’amata chiesa di Catanzaro-Squillace”.
“Ravvivare il dono dell’ordinazione sacerdotale – ha ricordato ancora Mons. Maniago – significa richiamare alla coscienza che cosa significa essere prete di Cristo e della Chiesa. Significa conservare e testimoniare lo stupore, la gioia e la gratitudine per la grazia della vocazione e del ministero. Il dono del sacerdozio lo si ravviva ritornando alle radici, crescendo sempre più nella consapevolezza e riscoperta di quella che è l’identità propria e profonda del prete, quella cioè di essere “scelto fra gli uomini e costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio (Eb 5,1)”.
L’Arcivescovo ha sottolineato che “questo anniversario spinge a guardare al futuro che è certo nelle mani di Dio, ma questo non esime dal confermare ogni giorno quel sì pronunciato al momento dell’ordinazione, continuando ad amare e servire la Chiesa qualunque sia il ruolo da svolgere. Quel che conta infatti è accogliere l’invito di Gesù nel Vangelo: “Rimanete nel mio amore” (Gv 15, 1-17). Soltanto se si rimane nel suo amore qualsiasi servizio che si svolge nella Chiesa assume il suo pieno valore e significato: uniti a Cristo ogni forma di missione produce frutto, ogni paura è vinta, ogni difficoltà è superata”.
La Redazione