“Ben rappresentate quella geografia umana che anima il territorio italiano”. Con queste parole il Papa ha ricevuto questa mattina in udienza i membri della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dell’Unione stampa periodica italiana (Uspi), delle associazioni Corallo e Aiart – Cittadini mediali, ai quali Francesco ha espresso il suo “apprezzamento per il vostro lavoro quotidiano nel mondo della comunicazione”. Presente anche il neo direttore del periodico Diocesano Comunità Nuova, Mario Arcuri (nella foto con la delegazione calabrese della Fisc).
La comunicazione deve creare pronti senza alzare muri
“Vi occupate di stampa, televisione, radio e nuove tecnologie, con un impegno a educare ai media i lettori e gli utenti”, ha detto Bergoglio. “Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità. Anzi, direi che ben rappresentate quella geografia umana che anima il territorio italiano. La comunicazione, d’altronde, è questo: mettere in comune, tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare muri”, ha ribadito il Papa: “Negli ultimi anni diverse innovazioni hanno interessato il vostro settore e per questo è necessario rinnovare sempre l’impegno per la promozione della dignità delle persone, per la giustizia e la verità, per la legalità e la corresponsabilità educativa”.
Di qui l’invito a “non perdere di vista, nel contesto delle grandi autostrade comunicative di oggi, sempre più veloci e intasate, tre sentieri, che è bene non perdere di vista e che vanno sempre percorsi”: formazione, tutela e testimonianza.
Educare al rispetto e alla cura
Quello della formazione “non è un semplice compito, ma una questione vitale”, perché “in gioco c’è il futuro della società”, ha detto il Papa spiegando che “la formazione è la strada per connettere le generazioni, per favorire il dialogo tra giovani e anziani, quell’alleanza intergenerazionale che, oggi più che mai, è fondamentale”. Francesco ha poi fornito precise istruzioni su “come educare, in particolare le giovani generazioni immerse in un contesto sempre più digitale”: “La prudenza e la semplicità sono due ingredienti educativi basilari per orientarsi nella complessità di oggi, specialmente del web, dov’è necessario non essere ingenui e, allo stesso tempo, non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio”, la prima raccomandazione.
“La prudenza, vissuta con semplicità d’animo, è quella virtù che aiuta a vedere lontano, che porta ad agire con ‘previsione’, con lungimiranza”, ha spiegato il Papa: “E non ci sono corsi per avere prudenza, non si studia per avere prudenza. La si esercita, si vive, è un atteggiamento che nasce insieme dal cuore e dalla mente, e poi si sviluppa. La prudenza, vissuta con semplicità d’animo, sempre ci aiuta ad avere lungimiranza”.
“Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane”, ha proseguito Bergoglio con riferimento implicito alla tragica uccisione di Giulia Cecchettin. “Comunicare è formare l’uomo. Comunicare è formare la società”, il monito di Francesco ai presenti: “Non abbandonate il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano!”.
Papa Francesco: vi incoraggio a promuovere una ecologia della comunicazione
“I settimanali cattolici portano questo sguardo sapiente nelle case della gente”, l’omaggio del Papa: “Non danno solo la notizia del momento, che si brucia facilmente, ma veicolano una visione umana e una visione cristiana volta a formare le menti e i cuori, perché non si lascino deformare dalle parole urlate o da cronache che, passando con curiosità morbosa dal nero al rosa, trascurano la limpidità del bianco. Vi incoraggio a promuovere una ecologia della comunicazione nei territori, nelle scuole, nelle famiglie, tra di voi”, l’invito: “Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti”.
Promuovere strumenti che proteggano tutti
Nel campo della comunicazione, ha proseguito il Pontefice, “è fondamentale promuovere strumenti che proteggano tutti, soprattutto le fasce più deboli, i minori, gli anziani e le persone con disabilità, e li proteggano dall’invadenza del digitale e dalle seduzioni di una comunicazione provocatoria e polemica. Nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto ed ogni individuo diventa oggetto di sguardi che frugano, denudano e divulgano, spesso in maniera anonima”, la denuncia contenuta nella Fratelli tutti, ricordata dal Papa: “Il rispetto verso l’altro si sgretola e in tal modo, nello stesso tempo in cui lo sposto, lo ignoro e lo tengo a distanza, senza alcun pudore posso invadere la sua vita fino all’estremo”.
Far crescere una cittadinanza mediale tutelata
“Le vostre realtà, impegnate in questo settore, possono far crescere una cittadinanza mediale tutelata, possono sostenere presidi di libertà informativa e promuovere la coscienza civica, perché siano riconosciuti diritti e doveri anche in questo campo”, la tesi di Francesco, secondo il quale si tratta di “una questione di democrazia comunicativa. E questo, per favore, fatelo senza paura, come Davide contro Golia: con una piccola fionda fece cadere il gigante”, l’incoraggiamento del Papa: “Non giocate solo in difesa ma, rimanendo piccoli dentro, pensate in grande, perché a un compito grande siete chiamati: tutelare, attraverso le parole e le immagini, la dignità delle persone, specialmente la dignità dei piccoli e dei poveri, i preferiti di Dio”.
La testimonianza del beato Carlo Acutis
“La fedeltà al Vangelo postula la capacità di rischiare nel bene. E di andare controcorrente: di parlare di fraternità in un mondo individualista; di pace in un mondo in guerra; di attenzione ai poveri in un mondo insofferente e indifferente”. È la ricetta del Papa per il mondo della comunicazione. “Ma questo si può fare credibilmente solo se prima si testimonia ciò di cui si parla”, il monito di Bergoglio. La testimonianza additata ai presenti all’udienza è quella del beato Carlo Acutis, che “sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”.