Estate del 1528. Le truppe francesi di Francesco I calano, quasi incontrastate, alla conquista del Regno di Napoli. La Capitale e Catanzaro sono le ultime due roccaforti a difesa dell’Impero di Carlo V ed entrambe sono sotto spietato assedio.
Un testimone oculare degli eventi annota in un diario i tre mesi di strenua resistenza della Città calabrese, in cui i fatti d’armi s’intrecciano in trame d’amore, cadute e resilienze, vergate con l’effusione del sangue.
“Sanguinis effusione”. Questo il titolo dell’ultima opera letteraria di don Michele Fontana.
Un romanzo storico che percorre due binari: l’assedio, causato da due eserciti Francesi, acquartierati sul Corace (loc. Germaneto) e sul fiume Alli, e la storia d’amore, realmente avvenuta, tra il duca di Castrovillari, Ferrante Spinelli, e la marchesa di Mesoraca, Isabella Caracciolo.
Un romanzo che trasuda di orgoglio e dal quale emerge la grandezza della nostra Città dove tutto cooperava intorno all’arte della seta e le differenze religiose e culturali si sforzavano di convivere in pace.
Di se stesso don Michele dice: “Sono nato e cresciuto a Catanzaro da genitori originari del quartiere più antico della città. Un test del DNA rivela che il 30% del mio sangue è “extracomunitario”: di provenienza turco-mediorentale, beduino-araba e africana.
Nel mio DNA coesistono caratteri ancestrali ereditati da ascendenti Bruzi e Vituli; Greci e Latini; politeisti e cristiani; musulmani ed ebrei; normanni e ottomani; francesi e spagnoli; calabresi, siciliani e amalfitani; europei, asiatici e africani; bianchi e neri; nobili e popolani; santi, eremiti e peccatori. Questa mistura di razze, popoli, culture, saperi, stili di vita, visioni del mondo, pulsa armonicamente nelle vene di ogni figlio di questa Città”.