In questi giorni, la Chiesa Cattolica si trova a vivere ancora una volta la “Sede Vacante”, ossia un tempo in cui viene a mancare il Sommo Pontefice e fino all’elezione del nuovo, dove il governo rimane sotto la supervisione del Collegio dei cardinali.
Sono giorni certamente di preghiera ma anche di attività necessarie affinché si possa provvedere adeguatamente non solo alla sepoltura delle spoglie mortali di Papa Francesco, ma anche affinché si predisponga ogni cosa per il Conclave come previsto dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis (1996).
Con la celebrazione delle Esequie, si segnerà anche un ulteriore momento fondamentale: oltre alla preghiera per il defunto Papa Francesco, si invocherà lo Spirito Santo affinché provveda a fornire una guida alla Chiesa.
Riflessioni sul pontificato di Francesco e la sua visione della tecnologia
In un coacervo di sentimenti e pensieri che si rincorrono, anche le riflessioni sulla figura del Sommo Pontefice Francesco sono molteplici. Tra i tanti aspetti che hanno caratterizzato questo pontificato, salta alla mente qualcosa di insolito: la capacità di intuire le tante sfaccettature dell’uso della tecnologia, con una particolare attenzione anche allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, della quale ne ha colto le caratteristiche di pregio ma anche quelle che necessitano essere attenzionate.
Francesco, uomo attento alle ripercussioni sociali di ogni attività, ci ha riportato in qualche modo alla memoria, un monito di Papa Pacelli, quando nel 50° anniversario dell’enciclica di Leone XIII Rerum novarum (1891), Papa Pio XII ebbe modo di dire: «Dalla forma data alla società, consona o no alle leggi divine, dipende e s’insinua anche il bene o il male nelle anime» (Radiomessaggio di Pentecoste, 1° giugno 1941).
Bergoglio ha intravisto nella tecnologia e quindi anche nell’Intelligenza Artificiale, non solo il buono, il bello, le grandi potenzialità nei tantissimi ambiti come quello medico, del lavoro, della comunicazione, dell’educazione ecc., ma in ogni suo intervento sul tema, con una visione lungimirante, con fermezza ci ha anche sempre prospettato quelle che sono le potenziali criticità dell’Intelligenza Artificiale; i rischi che si corrono con un uso smodato della stessa.
Solo per citare qualche esternazione di Bergoglio, al numero 21 di Laudate Deum aveva evidenziato che «l’Intelligenza Artificiale e i recenti sviluppi tecnologici si basano sull’idea di un essere umano senza limiti», mettendo in risalto che tenere una posizione dell’uomo senza limiti, espone al grave rischio di pensare che la tecnologia sia fine e non mezzo, dove – invece – il fine ultimo dell’uomo è Cristo e il resto è un mezzo per giungere a Lui.
Il discorso al G7 e la denuncia dei limiti dell’algoritmo
Altro esempio emblematico è stato il suo intervento autorevole all’evento del G7 tenutosi in Puglia il 14 giugno 2024, dove tra le altre cose sottolineò ai “grandi della terra” come l’Intelligenza Artificiale sia «uno strumento affascinante e tremendo» e ricordando che «il cosiddetto “algoritmo” non è dotato né di oggettività né di neutralità».
Parole apparentemente semplici, ma profondamente significative, dove – appunto – fece emergere a livello planetario che le scelte assunte per lo sviluppo della tecnologia, possano avere ripercussioni sociali e globali.
A gennaio scorso, il Vaticano pubblicava una Nota dottrinale dal titolo Antiqua et Nova, sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e intelligenza umana, la quale sostanzialmente riproduceva in modo ordinato il pensiero di Papa Francesco soprattutto circa la questione etica soggiacente lo sviluppo di questa tecnologia.
Molto recentemente, ad aprile, è circolato anche un video sul canale YouTube della Sede Apostolica, in cui Papa Francesco affermava: «L’uso delle nuove tecnologie non sostituisca le relazioni umane, rispetti la dignità delle persone e aiuti ad affrontare le crisi del nostro tempo»; un chiaro invito all’uso della tecnologia per il bene, per unire le persone e non per isolarle.
Un Papa quindi, non contro la tecnologia, ma a favore di essa, sempre che sia e rimanga sotto il governo dell’essere umano il quale è, e deve restare l’inventore, il produttore e il fruitore di questa tecnologia avanzata, mantenendo una visione antropocentrica e uno sviluppo tecnologico a favore del bene comune.
Nicola Rotundo