Oltre duecento delegati da tutta Italia converranno a Modena, nei prossimi giorni, per la 74ª edizione della Settimana Liturgica Nazionale che verterà sul tema “Nella liturgia la vera preghiera della Chiesa. Popolo di Dio e ars celebrandi”.
Organizzatore dell’evento, come da tradizione consolidata, il “Centro di Azione Liturgica” presieduto da monsignor Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola guidata da monsignor Erio Castellucci, vicepresidente della CEI.
L’atteso simposio di quest’anno si inserisce nell’Anno della preghiera e nel contesto del cammino della Chiesa verso il Giubileo del 2025. Un’occasione davvero significativa per approfondire e riflettere sulle categorie del “Popolo di Dio” e dell’ars celebrandi e che permetterà di rilanciare la sfida, ancora da incentivare e completare, della riforma liturgica conciliare che ha fatto della partecipazione attiva dei fedeli alla celebrazione liturgica il suo punto di forza. In sostanza, una liturgia che deve toccare la vita della gente e che sia sempre più fonte della fede del popolo di Dio.
Le parole di S.E. Mons. Claudio Maniago
Monsignor Maniago, prendendo spunto, in più occasioni, della nuova edizione del Messale, di cui è stato uno dei “padri”, ha avuto spesso modo di sottolineare che esso stesso rappresenta la visione, bella e importante, che scaturisce dall’ecclesiologia del Concilio Vaticano II: la responsabilità primaria dell’ars celebrandi è sicuramente propria del ministro, ma il prete non appartiene a una classe separata, bensì svolge un servizio alla comunità.
A proposito del tema che si affronterà in questo importante appuntamento, sempre monsignor Maniago sottolinea altresì che “la liturgia non dev’essere né rubricista né fantasiosa, due estremi dei quali bisogna ben guardarsi, perché trascurano in egual modo il coinvolgimento dei fedeli allontanandosi dal desiderio del Concilio Vaticano II. La malattia del rubricismo si ferma a una liturgia troppo clericale che dà eccessiva importanza all’esecuzione di gesti di cui spesso non si conosce la reale portata rischiando così di creare una scatola esteticamente bella ma vuota al centro, dando importanza solo a ciò che avviene all’Altare, senza tener conto dell’assemblea che invece è destinataria di una grazia che dall’Altare scaturisce”.
“Il sacerdote – riflette l’Arcivescovo – deve invece promuovere la piena partecipazione dell’assemblea dei fedeli, conducendola per mano nell’ascolto del Signore e della sua Parola fino all’incontro con Gesù nell’Eucaristia”.
«Dire la fede nella bellezza»: le parole di S.E. Mons. Erio Castellucci
A questo proposito giova ricordare che il focus di approfondimento teologico-pratico della 74ª Settimana verrà dedicato proprio ad aspetti come il canto e la musica, orientati alla preghiera dell’assemblea liturgica, ma anche al contributo che possono fornire l’arte, l’architettura e l’iconografia per «dire la fede nella bellezza».
Anche i luoghi che ospiteranno la “Settimana liturgica” saranno particolarmente significativi, come spiega monsignor Erio Castellucci: “L’appuntamento verrà vissuto dentro e attorno alla Cattedrale medievale e alla Chiesa abbaziale, due gioielli dell’arte cristiana medievale e due luoghi celebrativi di particolare bellezza». «I luoghi – spiega infatti Castellucci – non costituiscono solo la cornice delle liturgie, ma ne sono parte integrante: l’architettura e l’arte dell’edificio sacro traduce la cultura di un popolo, i suoi ideali, le forme del credere e le rappresentazioni della realtà”.
Tanti, infine, i contributi e gli interventi in programma, tra cui quello di Pierangelo Muroni, docente di Liturgia delle Ore al Pontificio Istituto Liturgico di Sant’Anselmo in Roma e di Liturgia nella Pontificia Università Urbaniana che svilupperà il tema della duplice fedeltà della liturgia, quella cioè di “non tradire né Dio né il popolo”. Attesa anche per l’intervento dell’arcivescovo Rino Fisichella che, nella giornata conclusiva, si soffermerà sull’importanza di promuovere una liturgia in grado di “dare forma e trasfigurare la preghiera di un popolo in cammino”.