Martedì 19 dicembre, la terza antifona “O”, in questo cammino verso il Natale, ci pone di fronte la Radice di Iesse. La radice, parte nascosta dell’albero, nella terra, ignorata, diventa profezia di futuro e di frutti.
Divenne radice Lui, il Cristo. È il vivente, germoglio di Davide vittorioso.
Innalziamo, allora, i nostri occhi a Lui, il più bello tra i figli dell’uomo e, nello stupore adorante, diciamogli: “Vieni, non tardare” e, se indugiasse, attendilo, perché certo verrà.