In occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e del Convegno Nazionale 2025 intitolato “A.I. confini della comunicazione e Giubileo del Mondo della Comunicazione”, Mauro Ungaro, presidente della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici, ha lanciato un messaggio di grande profondità, riflettendo sul ruolo del giornalismo come strumento di speranza.
«Essere operatori di speranza è un impegno per noi giornalisti», ha affermato Ungaro, sottolineando l’importanza di un giornalismo che si faccia portavoce delle storie degli ultimi, di chi vive ai margini della società, spesso senza voce.
Le “porte sante” del giornalismo: raccontare chi non ha voce
Ungaro ha descritto il lavoro del giornalista come un viaggio quotidiano attraverso simboliche “porte sante”, quelle che conducono dove vivono gli ultimi, i dimenticati, coloro che raramente trovano spazio nella vita di ogni giorno. Queste sono le storie che le testate radio, televisive e on-line devono raccontare, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di dare voce a chi non ce l’ha.
Il Giubileo 2025: tra intelligenza artificiale e centralità dell’uomo
Il Giubileo del Mondo della Comunicazione, che si tiene a Roma dal 23 al 26 gennaio 2025, è un momento di riflessione sui cambiamenti imposti dall’intelligenza artificiale e dalle nuove tecnologie. Tuttavia, per Ungaro, la tecnologia non deve mai distogliere l’attenzione dal cuore umano della comunicazione: raccontare l’uomo, con le sue storie, le sue fragilità e le sue speranze.
Un impegno etico per un giornalismo di speranza
La metafora delle “porte sante” diventa un invito concreto a esercitare il giornalismo con responsabilità ed etica, raccontando non solo i grandi eventi, ma anche quelle storie che illuminano le periferie della società. Questo richiede non solo competenza professionale, ma anche empatia e rispetto per la dignità di ogni persona.
«Camminare insieme alla speranza è un compito impegnativo, ma ce la possiamo fare», ha concluso Ungaro. L’esortazione ai giornalisti è chiara: essere costruttori di ponti, promotori di dialogo e portatori di speranza, anche in un cambiamento d’epoca come quello che stiamo vivendo oggi, così come ricordato spesso da Papa Francesco.
Il Giubileo della Comunicazione 2025 diventa, dunque, un’occasione per riscoprire il vero cuore della professione giornalistica: un impegno quotidiano al servizio della verità, delle persone e della speranza.