Celebrazione del Sacro: paramenti liturgici ed abiti Battesimali antichi

Nella Sala “Sancti Petri” giorno 10 ottobre si è svolto il Convegno di apertura della mostra espositiva “Celebrazione del Sacro: paramenti liturgici ed abiti Battesimali antichi” che sarà visitabile dal 10 Ottobre al 10 Novembre presso MUDAS, Museo diocesano di Catanzaro. 

Preziosi gli interventi moderati dal Dott. Mario Mauro.

Don Maurizio Franconiere in qualità di incaricato dei beni culturali ecclesiastici e direttore del museo diocesano Catanzaro-Squillace, ha tracciato un sapiente percorso sull’uso dei paramenti, sacri perché legati alla liturgia in quanto servizio che la chiesa rende a Dio sotto forma di culto. 

Nel suo intervento, coadiuvato dalla prof.ssa Daniela Garofalo che ne ha curato una presentazione, Don Maurizio ha sottolineato come i paramenti liturgici sono fondamentali nel contesto di un rito dalla forte tradizione come quello cattolico, nel quale ogni aspetto deve essere attenzionato, in quanto la celebrazione eucaristica è la centralità della vita della chiesa in cui Cristo è il vero protagonista e dove il ministro di Dio celebra in persona Christi.

Il sacerdote non appartiene più a sé stesso, ma, per il sigillo sacramentale ricevuto è “proprietà” di Dio. Questo suo “essere di un Altro” deve diventare riconoscibile da tutti. 

L’utilizzo delle vesti sacre aiuta il fedele a non concentrarsi sulla figura del sacerdote ma, attraverso l’abbondanza delle stoffe, la pregiatezza e finezza dei tessuti, la ricchezza dei ricami a collegare la celebrazione al vero atto che si sta compiendo.

La dott.ssa Stefania Frustaci, Storica del costume e Direttrice del MUSECC, rimarcando la preziosa collaborazione con il Museo Diocesano di Catanzaro-Squillace nella persona di Don Maurizio Franconiere e la disponibilità dell’Arcivescovo Mons. Claudio Maniago, sostenitore dell’iniziativa, ha evidenziato l’importanza dell’arte serica di Catanzaro ormai andata perduta ma della quale bisogna dare testimonianza e mantenere viva la memoria. 

“È doveroso soffermarsi proprio sull’immenso patrimonio che grazie alla Chiesa è arrivato a noi – ha sottolineato – grazie a quegli ecclesiastici lungimiranti che hanno tutelato paramenti sacri e abiti liturgici noi possiamo, oggi, apprezzarne la bellezza. Possiamo ammirarne qualcuno posto a confronto con alcuni abiti battesimali, preziosi manufatti provenienti dalla collezione della nota storica del Costume Mara Parmegiani Alfonsi. In esposizione l’abitino in taffetà di seta, appartenuto al principino Francesco Caracciolo dei Principi di Forino Avellino. 

L’evoluzione dei vestiti battesimali e la loro evoluzione nella storia, il loro uso nelle famiglie nobiliari è stato illustrato dalla storica del costume Cristina Giorgetti docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze e componente del comitato scientifico del Musecc che si è collegata telefonicamente da Firenze. 

L’arcivescovo Mons. Claudio Maniago ha concluso il convegno evidenziando che la preziosità degli abiti liturgici è importante, strategica, ricca di una simbologia che travaglia le persone che li indossano per cui la loro bellezza è espressione di fede, è il segno della presenza di Dio, perché dove c’è bellezza c’è Dio.

Nel momento del culto, momento culminante dell’esperienza di fede, si deve vedere la presenza misteriosa di Dio: accanto alla Parola e ai gesti ci sono le cose e gli abiti fanno parte di tutto questo che evidenzia il servizio.

L’evoluzione dei paramenti è stata straordinaria perché ad un certo punto vanno oltre la propria bellezza, vogliono comunicare e, quindi, cominciano le decorazioni sempre più articolate, si rappresentano scene e simbologie chiare che richiamano l’opera del Signore in mezzo a noi. La bellezza dei vestiti battesimali che sono esposti richiama la vita nuova che è propria del Battesimo.

I paramenti devono continuare ad esistere ma essere liturgici, – ha chiarito Mons. Maniago – devono provocare, per non essere banali, per l’armonia di preziosità e di fattura, per la scelta di trame preziose perché il fedele possa ritrovare anche in essi la celebrazione della bellezza del Dio cristiano.

Al termine del convegno, la mostra, allestita da Giuseppina Agostino e Alessandro Mercurio con la consulenza tecnica dell’esponente europeo di storia del costume, il professor Paolo Peri, è stata poi inaugurata alla presenza del comandante provinciale dei carabinieri colonnello Giuseppe Mazzullo e del tenente colonnello della guardia di finanza Marco Mandolino in rappresentanza del comando provinciale.

Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici