Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani: “Credi tu questo?”

Un momento di preghiera e dialogo ecumenico a Catanzaro
Un momento di preghiera e dialogo ecumenico a Catanzaro

Martedì 21 gennaio 2025, presso la chiesa del “Monte dei Morti e della Misericordia” di Catanzaro, si è tenuto un importante momento di preghiera ecumenica in occasione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. L’evento, organizzato dall’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, è stato presieduto da S.E. Mons. Claudio Maniago, alla presenza dei fratelli e delle sorelle delle varie confessioni cristiane presenti in Diocesi.

Il tema scelto per quest’anno, tratto dal Vangelo di Giovanni, è la domanda di Gesù a Marta: “Credi tu questo?” (Gv 11,26). Una domanda che interpella tutti i cristiani, invitandoli a riflettere insieme sulla propria fede e sulla testimonianza da offrire al mondo.

Le Chiese cristiane in Italia, in un rinnovato spirito di unità, hanno diffuso un messaggio congiunto che sottolinea la centralità del dialogo e della preghiera per camminare insieme verso una comunione sempre più profonda.

Questo dialogo rappresenta un segno tangibile di fraternità e collaborazione tra comunità spesso divise dalla storia, ma unite dalla stessa vocazione in Cristo.

Le Chiese, inoltre, hanno ricordato un’importante ricorrenza: i 1700 anni dalla formulazione del Credo di Nicea (325), riconosciuto come espressione fondamentale della fede cristiana condivisa. Quest’anniversario non è solo un motivo di celebrazione, ma anche un invito a rinnovare l’impegno comune per l’unità, riconoscendo che essa non si fonda sui nostri sforzi, ma sulla chiamata dell’unico Signore.

Il momento di preghiera nella Chiesa del “Monte dei Morti e della Misericordia” ha rappresentato, dunque, un simbolo di speranza e unità. Guidati da Mons. Maniago, i partecipanti hanno condiviso canti, letture bibliche e riflessioni, dimostrando che il dialogo ecumenico può essere vissuto non solo come un processo teorico, ma come un’esperienza concreta di comunione.