“Ecclesia semper reformanda” – La riforma della Curia Romana a servizio dell’evangelizzazione

Presentazione del nuovo libro di don Antonio Bomenuto
Presentazione del nuovo libro di don Antonio Bomenuto

Un volume di indubbio interesse quello che è stato appena pubblicato dalla Marcianum Press a firma di don Antonio Bomenuto. Sempre attento ad una lettura pastorale del sapere teologico, in questo testo vengono presi in esame testi augurali indirizzati dal Papa alla curia romana in occasione delle festività natalizie.

Riportiamo per intero la presentazione fatta dal Card. Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo, al volume che ben delinea la ricchezza di contenuto che don Antonio ha saputo esprimere guidato dalla sua competenza teologica e dall’attenzione alla continua opera di evangelizzazione unico compito della chiesa tutta.  

«Ho accolto con vivo piacere l’invito di don Antonio Bomenuto a stendere una parola di presentazione in occasione della pubblicazione del presente saggio. Ciò perché, a mio avviso, il libro colma a suo modo un vuoto nell’ormai abbondante produzione – scientifica o divulgativa – intorno al Magistero di Papa Francesco.

In effetti, se gli studi sulla recente riforma della Curia Romana, vuoi di indole teologica vuoi di indole canonistica, si concentrano di solito, come è del resto naturale che sia, sulla costituzione apostolica Praedicate Evangelium, promulgata il 19 marzo 2022, il nostro Autore sceglie di approcciare lo stesso tema a partire da un altro punto di osservazione, quello dei discorsi del Santo Padre alla Curia Romana, tradizionalmente svolti in occasione dello scambio degli auguri natalizi.

Il suo è un punto di osservazione meno scontato, che a qualcuno potrebbe apparire di primo acchito minore o secondario. Si tratta, invece, di una prospettiva interessante, perché consente al lettore di ripercorrere il “filo rosso” della riforma voluta da Papa Francesco attraverso i suoi graduali sviluppi e, ancor più, alla luce dei suoi imprescindibili presupposti teologici, spirituali e pastorali. 

La convinzione dell’Autore è che quei discorsi, considerati nel loro complesso, abbiano voluto rappresentare – sono parole sue – «un vero e proprio itinerario di preparazione e condivisione, affinché la riforma della Curia Romana, non solo non apparisse calata dall’alto ed imposta, ma fosse accettata e compresa nel suo spirito pastorale ed ecclesiale per un servizio più rispondente alle esigenze di quella Chiesa in uscita tanto auspicata da Papa Francesco».

In un certo senso, per don Antonio, i discorsi svolti a partire dal dicembre 2013 costituiscono, da una parte, il prolungamento dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, vero manifesto programmatico del pontificato, e, dall’altra parte, l’anticipazione della Praedicate Evangelium, di cui il Papa va in un certo senso svelando i contenuti anno dopo anno, allo scopo di preparare i suoi più stretti collaboratori nella Curia Romana ad accogliere lo spirito della riforma e a condividerne i principali orientamenti.

Tre mi sembrano, in sintesi, le istanze principali che emergono da quei discorsi, soprattutto a partire dal 2016, cioè grosso modo dal momento in cui il progetto di riforma della Curia Romana – affidato dal Papa al Consiglio dei Cardinali istituito all’indomani dell’inizio del Ministero petrino – comincia ad assumere contorni più definiti.

La prima è il primato dell’evangelizzazione: la riforma della Curia non è, per Papa Francesco, che un tassello di quella più ampia conversione pastorale delle istituzioni ecclesiastiche finalizzata a «fare in modo che esse [le strutture] diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia» (EG 27).

La seconda istanza è il coraggio della decentralizzazione. Una Curia capace di servire le Chiese locali senza sostituirle né asservirle, ma riconoscendole per quello che sono – cioè la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica, apostolica, realizzata in un luogo (cfr. Christus Dominus 11; senza dimenticare il testo chiave di Lumen gentium 23) –, è una Curia capace di “mettersi a dieta”.

Una Curia, cioè, pronta a semplificare i suoi apparati e anche a rinunciare a qualcuna delle sue competenze, per promuovere il protagonismo delle Chiese locali nella logica salutare della sussidiarietà.

La terza e ultima istanza è, immancabilmente, la sinodalità. Questa parola è gradualmente diventata una delle cifre distintive del pontificato di Francesco, come l’attuale Sinodo 2021-2024 sta a dimostrare.

Ecco allora che anche la Curia deve, per la sua parte, diventare scuola e palestra di sinodalità ecclesiale: declericalizzandosi, cioè accogliendo nel suo seno (non esclusi gli incarichi dirigenziali) laici e laiche veramente competenti; smaschilizzandosi, ovvero riconoscendo il contributo che tante donne, religiose e laiche, possono offrire alla missione ecclesiale; ripensandosi in chiave dialogica e relazionale, vale a dire promuovendo i rapporti e le collaborazioni tra dicasteri curiali, tra centro e periferie ecclesiali, tra Chiesa e società civile.

Queste e altre istanze affiorano chiaramente davanti ai nostri occhi ora che don Antonio Bomenuto ha messo in fila i discorsi natalizi di Papa Francesco, offrendo per ciascuno di essi un’opportuna scheda di lettura. Lo ringrazio sinceramente per questo prezioso servizio reso alla causa del rinnovamento della Chiesa e auguro di tutto cuore al libro la più ampia diffusione».