Sulle orme di san Francesco, pellegrino di Speranza

Conclusi gli esercizi spirituali per il Clero dell'Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace
Conclusi gli esercizi spirituali per il Clero dell'Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace

San Francesco da Paola diceva: «La perseveranza è la corona delle virtù». Gli esercizi spirituali vissuti a Paola dal 18 al 22 novembre, dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, e da alcuni sacerdoti diocesani, hanno confermato quanto detto dal santo calabrese. La perseveranza è portatrice di virtù, ma ancora di più è portatrice di speranza, quella che non delude, quella di Cristo Signore.

Mons. Marco Meini, Vescovo emerito di Fiesole, come predicatore di questi esercizi, ha donato una visione più ampia di questa verità. Partendo dalla responsabilità profetica della Chiesa nell’annunciare la verità del Vangelo, ha ribadito che essa appartiene al presbiterio, ad ogni sacerdote, profeta di Cristo in mezzo al popolo.

Ruolo fondamentale è sempre quello dello Spirito Santo, che con la sua azione divina illumina, guida e anima chi profetizza la speranza, mettendolo sulle stesse orme di Cristo Gesù. Queste orme non sono solo del singolo presbitero, ma del Vescovo, del Papa, della Chiesa, di ogni cristiano. L’unità profetica è mossa da un unico Spirito, che vive in tutti.

Il singolo, ovviamente, è chiamato alla donazione totale e perseverante: agire nella grazia è un rinnovamento continuo di sé stessi, quotidiano e necessario. Importanti strumenti sono le relazioni, occasione di prova e confronto su quanto ognuno di noi vive.

Il presbiterio, colonna portante della vita del sacerdote, è il fulcro della perseveranza profetica, in cui risiedono i profeti uniti dall’annuncio della speranza; le comunità sono il terreno da concimare con il proprio servizio d’amore, manifestando la presenza di Cristo Gesù in mezzo al popolo.

Tutto parte dall’ascolto di Colui che ha parlato per primo e creato ogni cosa, il Signore: ascoltare il Vescovo, i confratelli, ogni anima è un’opportunità di grazia da non sciupare, ma da valorizzare, spendendo tutto ciò che si ha per il bene di ognuno, quel bene che solo il Vangelo può donare.

In questo Anno Giubilare, ormai alle porte del nostro cuore, prepariamo i sandali, le vesti strette ai fianchi, le lampade della speranza accese e perseveriamo in questo cammino di annuncio, sulle orme di san Francesco, pellegrino della Speranza per eccellenza, che ci insegna che la fede e mettersi al servizio del prossimo valgono più di ogni altra cosa. Benedire il Signore con la propria vita è l’atto d’amore supremo che siamo chiamati a vivere.