La suggestiva cornice del “Parco della Biodiversità Mediterranea” di Catanzaro ha ospitato l’incontro di “Preghiera per il Creato” organizzata dall’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso in collaborazione con i rappresentanti delle confessioni cristiane del territorio.
Canti, preghiera, proclamazione e ascolto della Parola, riflessioni e intensi spazi di silenzio hanno caratterizzato l’appuntamento di quest’anno incentrato sul tema “Sperare e agire con la creazione”.
All’inizio dell’incontro, presieduto dall’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago, don Alessandro Nicastro ha evidenziato che “stasera siamo di fronte ad una Parola profetica e siamo chiamati a ribaltare i luoghi comuni e la superstizione che hanno arrugginito la nostra fede”.
Siamo sentinelle che ci impegniamo a seguire la via della giustizia e della misericordia
La pastora della Chiesa metodista e valdese, Giuseppina Bagnato, nel riprendere il passo biblico del profeta Michea, ha sottolineato che “la Parola ci sprona a credere nel cambiamento, in un tempo in cui la giustizia sembra essersi allontanata dalla nostra umanità. La parola di profezia di Dio è rimasta sempre la stessa e noi siamo tutti bisognosi di una parola di perdono del Dio misericordioso.
Per questo dobbiamo annunciare parole di giustizia! Le grandi questioni internazionali ci pongono in situazioni di crisi; noi tutti siamo però invitati ad agire dove siamo chiamati a vivere, riparando le ferite di quel creato meraviglioso che la nostra quotidianità ha fatto a pezzi”. “Siamo sentinelle che ci impegniamo a seguire la via della giustizia e della misericordia” ha concluso Bagnato.
Sentiamo l’invito appassionato di Dio: essere una cosa sola
“Stasera sentiamo l’invito appassionato che Dio non si stanca mai rinnovare e di dirci insistentemente, come una spina nel fianco: quello di essere una cosa sola” ha detto Mons. Maniago. “Stasera noi ci sentiamo particolarmente parte del Creato – ha aggiunto l’Arcivescovo – di questo grande e immenso progetto di Dio e ci sentiamo amati, perché non siamo qui per caso. Niente di questa bellissima natura che ci circonda, di questa casa comune, niente è un caso, ma solo una grande provvidenza di Dio, un disegno meraviglioso, un disegno che è amore e non può che essere amore.
Per questo dobbiamo aver cura del creato. Non soltanto perché si tratta del nostro giardino di casa che va tenuto in ordine, ma perché questo rientra in un progetto senza il quale noi non comprendiamo che cosa è la nostra vita, il nostro abitare la terra, costruire relazioni”. “In tante parti del mondo regna l’ingiustizia – ha sottolineato il presule – ma nonostante queste tenebre noi vediamo la luce, perché Gesù vuole davvero cambiare la nostra esistenza. E allora anche noi, proprio come Gesù, vogliamo vivere con più dinamismo, con più impegno, con più passione”.
“La giustizia è la strada più giusta da percorrere insieme – ha concluso l’Arcivescovo – per vedere e fare il bene. Questa sera, insieme, come figli di fronte a un padre, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno, la nostra passione, sullo stile appassionato di Gesù. Una passione che non si ferma neanche di fronte ai chiodi, ma che dall’alto della Croce continua a dire che l’amore è l’apertura, la luce, la speranza che apre al futuro.
Stasera siamo qui per dire “Sì, Signore, ci crediamo, viviamo con passione, ma abbiamo bisogno dell’aiuto del tuo Spirito per poter essere testimoni più credibili”.