Nella giornata di sabato 18 maggio, presso la parrocchia “Santa Teresa di Gesù Bambino” in loc. Giovino di Catanzaro, si è concluso il percorso di formazione per giovani educatori di Pastorale Giovanile, con l’ultimo incontro in presenza con i formatori Ignazio Punzi e Letizia Lombardi, della Cooperativa sociale “L’aratro e la stella”.
La conclusione del percorso di formazione per giovani educatori di Pastorale Giovanile
Come ogni autentico percorso formativo, anche questo ha avuto come fine la crescita personale e comunitaria dei partecipanti. In quest’ultimo incontro si sono sintetizzati i tre verbi guida indicati da Papa Francesco durante la GMG di Lisbona – brillare, ascoltare, non temere –, già affrontati nei precedenti incontri online, sulla cui riflessione i formatori hanno proposto un laboratorio in cui si è cercato di stabilire dei criteri da tenere presente anche nelle scelte di vita future.
Il percorso di formazione, infine, ha offerto la possibilità di apprendere nuovi metodi per promuovere uno sguardo educativo nuovo e offrire strumenti e strategie utili a instaurare un rapporto di fiducia con i ragazzi che quotidianamente si ritrovano nei luoghi informali, a formare adulti ed educatori di riferimento, ma, soprattutto, a tessere legami con il territorio.
La Veglia Diocesana di Pentecoste
I formatori e i partecipanti al percorso hanno poi partecipato, alle ore 21:00, sempre nella parrocchia “Santa Teresa di Gesù Bambino” alla Veglia Diocesana di Pentecoste, alla presenza dell’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago, il quale, nella sua riflessione, ha sottolineato che la solennità di Pentecoste si festeggia “a conclusione del tempo di Pasqua, questo tempo che per i cristiani è un tempo in cui siamo chiamati a gustare questa verità della nostra fede, cioè il fatto che noi non viviamo e non crediamo in qualcosa di astratto, in una bella idea, ma invece viviamo di un incontro con qualcuno di vivo e reale che cambia la nostra vita realmente”.
Riprendendo il gesto fatto comunitariamente all’inizio della Veglia – il segnarsi con l’acqua benedetta prima di entrare in chiesa –, mons. Maniago ha ricordato la dignità battesimale, “una grande dignità quella, che ci è stata data da Gesù proprio attraverso la sua Pasqua […], che noi dobbiamo custodire, è la dignità della nostra vita, unica e irripetibile agli occhi di Dio”.
L’Arcivescovo ha poi evidenziato che “in ciascuno di noi, c’è qualcosa di importante, di bello, che è bello per tutti noi, è dono per tutti. E lo Spirito deve insegnarci a tirar fuori questa bellezza e farla risplendere nella vita di tutti i giorni, nelle cose che facciamo, nelle relazioni che abbiamo”.
Durante la Veglia amministrato anche il Sacramento della Confermazione
Si è poi rivolto ad Angelo, che durante la veglia ha ricevuto il sacramento della Confermazione: “Chiederò a te, ma anche agli altri, se credete in Dio Padre, credete in Dio Figlio. Credete? Ma sappiate che stasera, in questo sacramento della confermazione, la più grande professione di fede la fa proprio Gesù, perché dice, caro Angelo, io credo in te. […] questo Dio, che ci ha mostrato il volto in Gesù, di nuovo si china verso di te, Angelo, a dirti, sei prezioso, la tua vita è preziosa, devi godertela. Ti do il mio Spirito, lascialo lavorare, che ti faccia un cuore nuovo”.
“Ed è stasera l’occasione buona – ha concluso Mons. Maniago – per ridire anche noi il nostro grazie al Signore, perché crede in noi, ha creduto in noi tanto da confermarci con il dono del suo Spirito. […] Aiutaci Signore a far lavorare in noi lo Spirito Santo, a lasciare che lo Spirito Santo davvero cambi il nostro cuore, perché davvero da questo nascono cose nuove, cose belle, una speranza per tutti”.