Cosa possono avere in comune il Servizio per la Tutela dei Minori e la creazione di nuove relazioni parrocchiali? In base a ciò che il Clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace ha vissuto nelle due mattinate di aggiornamento del 22 e 23 gennaio, presso il Pontificio Seminario Teologico Regionale “San Pio X”, possiamo affermare che vi è piena comunione tra le due tematiche.
La vicinanza della Chiesa sugli abusi nei confronti dei minori
La prima giornata incentrata sul Servizio per la Tutela dei Minori, ha visto come prima relatrice suor Elisa Ciuffa, che ha descritto dal punto di vista storico come si sia evoluto l’interesse della Chiesa sugli abusi nei confronti dei minori. Si è messo in evidenza come la Chiesa ha sempre avuto a cuore il bene dei più piccoli, ne sono dimostrazione gli interventi degli ultimi anni con papa Francesco.
Successivamente, è toccato alla dottoressa Antonella Russo, la quale ha approfondito in maniera accurata la tematica dell’abuso, specificando fin da subito che questo tema non è da considerare solo sotto l’aspetto sessuale, ma possiede altre valenze significative che oggi possono essere anche sconosciute.
Interessanti sono i recenti dati dell’OMS che riguardano gli abusi; basti pensare l’interesse della sfera ecclesiale, si aggira intorno al 4% circa, quello della famiglia (32,4%), quello psicologico (14,1%), invece quello fisico e sessuale (9,6% – 3,5%).
L’esperienza delle Comunità di Parrocchie della Diocesi di Locri-Gerace
La seconda mattinata si è concentrata sul tema “Comunità di Parrocchie”, guidato dalla relazione di don Massimo Nesci, delegato per la Pastorale della diocesi di Locri-Gerace. La sua relazione ha esposto il metodo di unità pastorale, che riguarda diverse parrocchie che condividono la vita pastorale.
Tra tutti gli interventi del clero, di maggiore spessore è stato quello dell’Arcivescovo. Mons. Maniago ha sottolineato come queste problematiche odierne effettivamente nascano dalla mancanza di dialogo tra di noi, che porta a chiederci: “Quale domani ci si presenta dinnanzi? Come gestire insieme le nostre responsabilità?”.
Saper vivere la comunione presbiterale è la nostra costante e quotidiana conversione. Possiamo avere caratteri diversi, ma non azioni pastorali diverse. “Quale progetto ci troverà mai concordi? Solo il Vangelo”.
Il tutto si è concluso con un invito a creare un movimento armonico, dal Vescovo, passando per i presbiteri, per arrivare al bene del popolo e della nostra terra calabrese.