“È importante che nei Santuari si dedichi particolare attenzione all’adorazione. Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione, dobbiamo riprenderlo. Forse dobbiamo riscontrare che l’ambiente e l’atmosfera delle nostre chiese non sempre invitano a raccogliersi e ad adorare”.
Lo ha detto stamani, nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco nell’udienza con i partecipanti al secondo incontro internazionale per i rettori e gli operatori dei Santuari organizzato dalla Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per l’Evangelizzazione a Roma, dal 9 all’11 novembre 2023, sul tema “Il Santuario: casa di preghiera.
“Favorire nei pellegrini l’esperienza del silenzio contemplativo, e non è facile, del silenzio adorante, significa aiutarli a fissare lo sguardo sull’essenziale della fede – ha aggiunto -. L’adorazione non è un allontanarsi dalla vita; piuttosto è lo spazio per dare senso a tutto, per ricevere il dono dell’amore di Dio e poterlo testimoniare nella carità fraterna”.
Quindi, l’attenzione al “mistero della consolazione”. “La consolazione non è un’idea astratta, e non è fatta prima di tutto di parole, ma di una vicinanza compassionevole e tenera, che comprende il dolore e la sofferenza.
Questo è lo stile di Dio: vicino, compassionevole e tenero. Così è il Signore. Consolare equivale a rendere tangibile la misericordia di Dio; per questo il servizio della consolazione non può mancare nei nostri Santuari”.
Infine, la preghiera. “Ho voluto che il prossimo anno, in preparazione al Giubileo del 2025, sia interamente dedicato alla preghiera – ha riferito il Papa -. Saranno tra breve pubblicati dei Sussidi, che possono aiutare a riscoprire la centralità della preghiera. Li raccomando: saranno una buona lettura, che stimola a pregare con semplicità e secondo il cuore di Cristo. Rinnoviamo ogni giorno la gioia e l’impegno di essere uomini e donne di preghiera. Preghiera dal cuore, non come dei pappagalli. No. Dal cuore. Che le parole dette vengano dal cuore. Voi, nei Santuari, lo farete attraverso la spiritualità tipica che li caratterizza”.
Fonte: agensir